Nevi melanocitici

I nevi sono proliferazioni di cellule pigmentarie, melanociti, che si aggregano assumendo aspetti variabili.  I fattori eziologici che favoriscono lo sviluppo dei nevi non sono ancora del tutto compresi, sicuramente fattori ormonali possono giocare un ruolo, poiché alla pubertà e in gravidanza spesso appaiono nevi. Anche le radiazioni ultraviolette sembrano responsabili, infatti spesso possono presentarsi nevi in aree sottoposte ad alte dosi di UV in modo intermittente.

L’immunosoppressione può determinare la comparsa di nevi (chemioterapia). La clinica dei nevi può essere varia, il colore variabile da rosso, rosso-brunastro, marrone, nero o blu, la forma varia da rotonda ad ovale e la grandezza  da una capocchia di spillo fino a grandi dimensioni (i nevi congeniti possono interessare tutto un arto o parte del tronco).  Si possono disporre su tutto l’ambito cutaneo e il loro numero è variabile, nella media variano da 10 a 40 nevi per persona. La superficie può essere liscia o verrucosa, possono essere piani o rilevati, talvolta insorgono come lesioni piane e si rilevano successivamente, raramente scompaiono.

I nevi possono essere presenti alla nascita (nevi melanocitici congeniti) oppure possono insorgere nel corso della vita (nevi melanocitici acquisiti), anche se la maggior parte dei nevi insorge intorno ai 20 anni. Talvolta i nevi possono essere circondati da un anello depigmentato in questo caso si parla di nevi alonati o Halo nevi (Nevo di Sutton) spesso dopo questa prima fase il nevo scompare.  Se l’alone biancastro ha forma irregolare è importante valutare che non si tratti di un melanoma. I nevi melanocitici congeniti giganti sono piuttosto rari, talvolta possono avere distribuzione figurata assumendo una disposizione “a calzonicini da bagno”, si associano con lipomatosi o neurofibromatosi, con meningocele, spina bifida.

Molte sono state le classificazioni dei nevi, ma la più semplice li distingue in:

  • Nevi giunzionali: gruppi o nidi di cellule neviche alla giunzione dermoepidermica, tendono ad essere piatti e molto pigmentati.
  • Nevi dermici: nidi di cellule neviche disposte nel derma, spesso sono rilevati (sessili o papillomatosi), possono essere molto pigmentati o dello stesso colore della cute.
  • Nevi composti: le cellule neviche si dispongono sia alla giunzione dermoepidermica che nel derma, talvolta appaiono come nevi rilevati al centro e piatti in periferia.

Esistono inoltre alcune varianti dei nevi comuni melanocitici che hanno caratteristiche clinicamente ed istologicamente specifiche:

Nevo blu: cellule neviche localizzate profondamente nel derma, appare come una lesione di colore blu con aspetto cupoliforme, a volte è piatta. Esistono alcune varianti: a cellule balloniformi, a cellule epitelioidi, combinato (con nevo di Spitz, con nevo congenito, con nevo comune), composto (descritto da Kamino).

Nevo di Spitz: fu per primo descritto da Spitz nel 1948 e inizialmente definito come melanoma giovanile (Spitz S. Melanomas of childhood. Am J. Pathol 1948; 24: 591-609); esso è un nevo acquisito rilevabile prevalentemente nei bambini, appare come un nodulo rosso-brunastro, cupoliforme, del diametro spesso inferiore al centimetro, a rapida insorgenza presente spesso sul volto o colo dei bambini o sul tronco degli adulti, le dimensioni variano da 1 mm a 3 cm. Alcune varianti esistono, talora la lesione può essere polipoide o verrucosa, altre varianti sono i nevi di Spitz agminati (spesso raggruppati e distinti in 4 varianti: 1) disseminati, 2) raggruppati su cute normale; 3) raggruppati su cute ipopigmentata; 4) raggruppati su chiazza pigmentata congenita). Istologicamente condivide molte caratteristiche con il melanoma per cui talora la distinzione non è facile; esso appare composto da melanociti grandi con citoplasma ampio, di forma fusata o rotondeggiante, con ampi nuclei atipici. Le cellule si organizzano in nidi delimitati da fissurazioni chiare a semiluna. Raramente abbiamo una pseudoinfiltrazione pagetoide che ricorda il melanoma. L’epidermide è iperplastica ed è spesso presente flogosi dermica. Le mitosi sono rare. I Nell’adulto è consigliabile l’asportazione chirurgica.

Nevo di Reed: è considerato come la variante pigmentata del nevo di Spitz, interessa prevalentemente il torace di giovani adulti e con la dermatoscopia si notano pseudopodi disposti su tutto il contorno

Nevo di Meyerson: descritto da Meyerson nel 1971 (riportò il caso di 2 uomini con nevi melanocitici benigni circondati da eczema) si presenta come un nevo associato ad infiammazione eritemato-squamosa. Compare prevalentemente in giovani adulti di sesso maschile (3 volte più frequente nei maschi che nelle femmine). Le cause sono sconosciute e sembra che si tratti di una reazione dei linfociti CD4+ verso antigeni sulla membrana delle cellule neviche. Sia l’esposizione alla luce UV e la terapia con interferone alfa 2b possono scatenarne l’insorgenza. Spesso si risolve spontaneamente dopo alcune settimane, la terapia è topica con creme steroidee. L’escissione è consigliabile soltanto nel sospetto di un melanoma.

Nevo ricorrente: si presenta dopo che è stata eseguita una rimozione incompleta di un nevo per cui appare in corrispondenza della cicatrice una pigmentazione melanocitaria.

Nevo di Becker: Il nevo di Becker è una lesione benigna, spesso acquisita durante l’adolescenza, presente in tutte le razze con prevalenza nel sesso maschile. Si presenta come una chiazza solitamente singola di alcuni centimetri di diametro, brunastra, spesso ricoperta da peli. Si dispone prevalentemente sulle spalle, al dorso o in area sottomammaria, i bordi possono ben demarcati, talvolta appaiono irregolari. La chiazza è asintomatica, rari casi di prurito sono riportati. E’ stata descritta la Becker Naevus Sindrome. Il trattamento viene fatto a scopo estetico e viene eseguito con rimozione e trapianto di cute, con laser (sono segnalati casi di peggioramento dopo laserterapia per ridurre la pigmentazione), con camouflage, elettrolisi (per ridurre i peli)

Nevo spilus: si presenta come una chiazza caffè e latte punteggiata da nevi multipli. Le dimensioni possono variare da pochi mm a vari centimetri e talvolta si dispone metamericamente. Sono descritti melanomi insorti su un nevo spilus.

Nevo di Ota: fu per primo descritto da M.T. Ota  e Tanino nel 1939, appare come una chiazza grigio bluastra che è disposta le prime due branche del nervo trigemino unilateralmente (rari sono i casi bilaterali) e interessa la regione sclerale dell’occhio nei due terzi dei casi (alto rischio per glaucoma); colpisce prevalentemente il sesso femminile e le razze asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. Il 4 % dei pazienti può sviluppare un melanoma coroidale per cui è necessario eseguire periodici controlli con l’oftalmoscopio. Istologicamente i melanociti sono presenti a livello dermico. Viene asportato con l’uso di Q-Switched Ruby Laser, 1064nm Q switched Nd:YAG, camouffage

Nevo di Ito: descritto da Ito nel 1954 interessa la spalla e spesso è in associazione al nevo di Ota anche se la sua incidenza è inferiore

Nevo di Hori: è un nevo acquisito che appare con macchie bilaterali simili al nevo di Ota, colpisce prevalentemente donne di mezza età orientali, le macchie appaiono distinte, multiple e disposte sulle guance, la fronte, le tempie, le palpebre e il naso e progressivamente tendono a scurirsi e a confluire. Come terapia è stato proposto il Q-switched Nd:YAG laser

Nevo di Miescher: nevo cupoliforme di colore marrone chiaro, con una superficie prevalentemente liscia e regolare che istologicamente interessa diffusamente il derma reticolare e si localizza prevalentemente al volto e al collo e che presentano accrescimento lento

Nevo di Unna: nevo sessile localizzato prevalentemente al tronco che interessa prevalentemente il derma papillare. Appaiono spesso a superficie moriforme e presentano una scarsa tendenza alla degenerazione maligna

Nevo di Sutton: è un nevo caratteristico poiché appare come un nevo con un contorno circolare senza pigmento. Possono essere singoli e in questo caso possono essere secondari a un traumatismo, oppure possono essere multipli e in questo caso bisogna eseguire il dosaggio degli ormoni tiroidei e degli anticorpi anti tireoglobulina e anti perossidi tiroidea per escludere la concomitante presenza di una tiroidite di Hashimoto. Con il tempo il nevo centrale tende a scomparire e rimane una chiazza biancastra che va ben protetta dal sole per evitare scottature. Se l’anello amelanotico è rotondeggiante nella maggior parte il nevo è benigno, in alcuni casi un anello irregolare può essere un segno di trasformazione in melanoma del nevo. E’ sempre necessaria visita dermatologica di controllo.